Studio Medico Principale
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Tecnica Millenaria

La moxibustione, o moxa, o moxaterapia, è una pratica millenaria non invasiva, caposaldo della Medicina Tradizionale Cinese, che permette di curare attraverso il calore: l’applicazione si basa infatti sugli stessi principi fondamentali e sugli stessi punti dell’agopuntura, sebbene la moxa sia addirittura più antica.

Il nome

Una nota curiosa riguarda l’origine del nome: sebbene sia di origine cinese, moxa è il nome che deriva dal giapponese Moe (bruciare) Kusa (erba), per cui, erba che brucia.

In Occidente la moxa è praticata solo da qualche decina di anni – anche se la si conosce fin dal 700, “importata” da alcuni commercianti olandesi che avevano scambi con l’Oriente – ma in Cina testimonianze di questa pratica risalgono al II e I secolo a.C.: sono dell’epoca alcune descrizioni di questa tecnica, rinvenute in un libro di seta di materia medica. In altri libri successivi la pratica della moxibustione è indicata come terapia efficace soprattutto nelle fasi croniche della malattia e laddove altri trattamenti hanno fallito.

Sappiamo da ritrovamenti archeologici che in passato la moxibustione veniva fatta con l’uso di ramoscelli e foglie secche, carbone di legna, zolfo o bastoncini di avorio.

Artemisia Vulgaris

Oggi invece la cura a base di calore viene fatta esclusivamente per mezzo dell’Artemisia vulgaris (Assenzio cinese), una pianta arbustiva della famiglia delle Composite che cresce e si sviluppa nella maggior parte dei paesi dell’emisfero boreale.

In Italia ne esistono circa 20 specie, crescono nei terreni incolti e sul ciglio delle strade. Per la moxa ci si avvale del calore sprigionato dalle foglie della pianta essiccate e invecchiate per almeno 2 anni. Le foglie secche e triturate hanno una consistenza lanuginosa, motivo per cui assumono il nome di “lana di moxa”.